Maratona: Roma vs Milano. La solita commedia all'italiana!

ROMA - Finalmente ci siamo. O forse sarebbe più corretto dire ci risiamo. L’atavica guerra italica tra Guelfi e Ghibellini ha (ri)partorito l’ennesimo papocchio. Parliamo ovviamente della grottesca concomitanza fra le maratone di Roma e Milano. Non contenti dell’exploit dello scorso anno, gli organizzatori hanno infatti pensato bene di replicare.

Domenica circa 20mila runner si cimenteranno sui fatidici 42,195 km: poco più di 14mila all’ombra del Colosseo, intorno ai 6mila sotto le guglie del Duomo.

Il problema però, a dispetto delle puntuali quanto inutili considerazioni degli immancabili moralisti e dei moderni soloni, non sta nel fatto che i due eventi si facciano concorrenza, togliendosi reciprocamente partecipanti diretti (runner) e indiretti (spettatori e sponsor).

Pochi folli, infatti, sarebbero disposti a correre entrambe le gare anche qualora fossero calendarizzate a distanza di qualche settimana l’una dall’altra.

Comparando il numero degli atleti che ha portato a termine le due maratone nel 2017 (primo anno di concomitanza degli eventi) con quello dell’edizione precedente, si scopre come Roma abbia mantenuto un sostanziale equilibrio (13.881 finisher nel 2016; 13.318 nel 2017) mentre Milano abbia addirittura fatto registrare un netto incremento (da 3.719 a 5.303).

Allo stesso tempo, entrambi gli eventi hanno tratto vantaggio dal clamore mediatico levatosi, beneficiando di una campagna pubblicitaria senza precedenti. Pubblicità che di riflesso ha investito l’intero mondo dell’atletica, capace di sfruttare l’occasione per ritagliarsi maggiori spazi su quotidiani sportivi, radio e tv nazionali.

Il fulcro del problema è un altro: ci si sofferma su scaramucce territoriali, convenienze individuali, successi parziali, perdendo di vista obiettivi ben più grandi e remunerativi.

Mentre gli organizzatori capitolini e meneghini fanno a gara a chi ce l’ha più grosso (il parterre!), appuntandosi fieri al petto vere o presunte medaglie (Roma si vanta di essere la maratona più partecipata e più veloce d’Italia e la migliore Silver Label IAFF al mondo, omettendo il piccolo particolare di aver perso la Gold Label IAAF; Milano, dal canto suo, risponde fregiandosi del titolo di percorso italiano più scorrevole, suggellato nell'edizione passata dal tempo record di 2h07:13 del keniano Edwin Koech), fuori dai confini nazionali si raggiungono risultati inimmaginabili.

Domenica 8 aprile si corre anche la maratona di Parigi. Bastano pochi dati per capire la differenza. Nel 2017 in ben 42.440 hanno tagliato il traguardo sotto la Tour Eiffel (gli iscritti erano 57mila). Restando in Europa, anche Londra e Berlino si avvicinano a queste cifre.

E in Italia? Lo scorso anno sommando i finisher delle 10 maratone più partecipate si è toccata quota 43.673! Numeri impietosi che danno spunto a un ampio ventaglio di riflessioni.

Lo sport è lo specchio fedele della società. In Italia, purtroppo, siamo afflitti da un’inguaribile sindrome gattopardesca. Parliamo (troppo) di cambiamento per restare puntualmente inchiodati a un nulla di fatto.

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur [Tito Livio] 

Buona strada maratoneti...

Flavio Mastropietro